giovedì 10 febbraio 2011

La miniera di San Leone

Già dal periodo romano, la zona montana di Capoterra,chiamata "Cirifoddi" era utilizzata per lo sfruttamento dei minerali,ma fu con le nuove leggi emanate nel periodo sabaudo che permettevano nuove concessioni minerarie che il territorio venne sfruttato da una compagnia francese,la"Petin-Gaudet",per l'estrazione del ferro.
Il nome della miniera deriva dal nome del suo ingegnere capo Leon Goudin,che probabilmente scoprì per primo i filoni e che come scrive in un suo libro del 1867,erano di due tipi:quello puro"il filone Gaudet" e quello meno puro"la massa Petin".

Nonostante fosse arrivato in Sardegna con il ruolo di ingegnere semplice,riuscì a fare velocemente carriera rendendo al massimo gli investimenti della società francese per cui lavorava,in varie zone dell' Inglesiente.
La sua carriera,nel frattempo era diventato il direttore della miniera di San Leone,gli diede l'opportunità di sposare una nobildonna di Cagliari,Teresa Guirisi De Candia,con la quale viveva nella bellissima villa di "Baccuttinghinu",nei pressi di Capoterra,attorno a cui vi è un parco magnifico curato dallo stesso ingegnere,che è ancora possibile visitare e dove si trova un esemplare unico in Sardegna di ginepro rosso e l'esemplare più antico dell'isola di Eucaliptus globulosus.
L'attività estrattiva della miniera andò avanti fino al 1885,quando si bloccò per la chiusura del mercato a causa delle tendenze protezionistiche di Francia e Italia.Nel frattempo la società mineraria,per compensare le perdite inizio a sfruttare i boschi attorno la miniera per ricavarne carbone.
L'attività estrattiva riprese dal 1907 al 1914 ed era gestita dalla "società Mediterranea", furono questi gli anni della nascita delle leghe operaie,molto radicate anche in Sardegna.
 Nel 1914 le leggi forestali proibirono lo sfruttamento intensivo del bosco,cosi la società francese costruì nella zona della miniera,S.Pantaleo,un industria dove si distillava il legno per ricavarne alcool metilico, acetone e altro.
L'estrazione nel frattempo continuava e i prodotti ottenuti dalla miniera venivano trasportati per mezzo della ferrovia,la prima in Sardegna,inaugurata nel 1882.
La strada ferrata lunga 15 Km e 400 m., partiva dalla miniera di San Leone e arrivava nel porticciolo della Maddalena a Capoterra,dove il materiale veniva imbarcato per la Francia.
Nonostante gli ingenti capitali e le idee per compensare le perdite,la miniera chiuse fino agli anni dell'autarchia, ma venne utilizzata solo per un breve periodo.
Riaprì ancora negli anni 50 quando fu acquisita dalla "Ferromin-Breda",ma la concorrenza era troppo forte e la miniera chiuse definitivamente nei primi anni 60.
Ora alcune gallerie della miniera sono state date in concessione come cantine per l'invecchiamento di vini,tra i migliori della Sardegna e non solo.

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